Leggendaria 155
Leggendaria 155
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La guerra, ancora. Con il suo carico di morte, violenza, distruzione. Le guerre dovremmo dire, perché oltre l’Ucraina, ci sono quelle mai finite e altre che si profilano all’orizzonte. Ci si può “abituare”? Ci si può convivere, per noi che non siamo lì, sui campi di battaglia, negli edifici distrutti, nelle scuole sventrate, nei campi profughi? No, non si può. Perché la posta in gioco è il nostro futuro. La degenerazione dei conflitti in violenza, lascia la parola all’esercizio di una forza apparentemente cieca. Ma che cieca non è, perché persegue e induce cambiamenti che difficilmente fanno presagire un ritorno indietro, il ristabilirsi di un equilibrio del “prima” – ammesso e non concesso che quel prima fosse il meglio possibile. “Vincere” davvero significa far prevalere le proprie ragioni e la propria idea di futuro. Ci riguarda tutte e tutti, e da vicino. Come posizionarsi da femministe – dato che il termine “donne” sembra aver perso di spessore e significato nella appena conclusa campagna elettorale italiana – in questa partita, in questo scenario. Dalle dicotomie, dalle contrapposizioni frontali non si esce indenni. Lo sappiamo per esperienza. Pensare e praticare la pace significa, ci pare, soprattutto mettere in campo l’arte del rammendo: scegliere quei fili, anche se magari di colore diverso, che riescano a ricucire i lembi lacerati di un tessuto – civile, politico, sociale – le vite con le sue molteplici trame, la Storia e la memoria. Riparare, ricucire, rammendare. Trattare, negoziare. E sempre, soprattutto, pensare, immaginare, prefigurare l’a-venire senza farsi sopraffare dal timore della catastrofe o dall’immobilismo dell’impotenza. Anche perché, intanto, le donne sono in piazza in Iran come in Afghanistan, protestano rischiando il carcere e la morte. Abbiamo raccolto qui opinioni e punti di vista diversi, che offriamo come contributi a una riflessione che ci auguriamo possa ulteriormente allargarsi.

Dopo il fascicolo estivo che abbiamo pubblicato solo in Pdf, torniamo con questo numero al nostro tradizionale formato cartaceo, cui pare che la maggior parte delle nostre lettrici/lettori non siano disposte a rinunciare. Ma stiamo ragionando su alcune modifiche e nuove iniziative di cui vi parleremo nella prossima campagna Abbonamenti 2023: ci aspettano tempi difficili ma noi ci siamo e intendiamo continuare ad esserci.
Intanto in questo numero trovate la consueta ricchezza di temi leggendari: da una riflessione sulla morte di Elisabetta II alle più recenti mostre d’arte internazionali, dal cinema alla letteratura alla saggistica, tante Letture e le nostre magnifiche Rubriche.

Stiamo già lavorando alla prossima edizione di Feminism, la numero 6! Appuntamento a fine novembre, con il nostro ultimo numero dell’anno. Stay tuned!

Description

Leggendaria n. 155 agosto-settembre 2022
GUERRA, ANCORA

EDITORIALE

TEMA/GUERRA, ANCORA

Guerra, pensando al dopo
La guerra in Ucraina non si ferma, l’inverno è alle porte ed è opinione comune che sarà durissimo, sui campi di battaglia e nelle città distrutte, ma anche, diversamente, nei nostri Paesi per la crisi energetica. E tuttavia occorre pensare e immaginare che futuro ci aspetta. Un dialogo con Rosi Braidotti, prima dell’esito delle elezioni del 25 settembre
Dialogo tra Anna Maria Crispino 
e Rosi Braidotti.

La storia è un presente ambiguo
da interpretare
Non possiamo contrastare con le armi la guerra, ma possiamo cercare di non accenderla in noi, anche riascoltando le pensatrici – Arendt, Weil, Hillesum – che ci parlavano da dentro
le tragedie del Novecento e che ancora possono orientarci
di Elvira Federici     

La vertigine della guerra 
non è inarrestabile
La resistenza civile può permettere alle popolazioni di sopravvivere
 senza introdurre altra violenza e portare più facilmente al negoziato e alle contrattazioni
di Ivana Rinaldi       

Fatta e disfatta dalla passione
 per l’altro
Maria Occhipinti – ragusana, anarchica, autodidatta – fu protagonista 
della rivolta contro il richiamo alle armi degli uomini nel 1945.
 Una intera vita la sua spesa a lottare contro la guerra con metodi non violenti
di Gisella Modica    

Fra pace impolitica 
e politica guerriera
di Maria Luisa Boccia        

C’è una radicale disumanità 
nella scelta della guerra
Valutare la fondamentale scelta della resistenza contro l’aggressione, 
il valore dell’umanità di fronte alla disumanità. Siamo di fronte
 a grandi sfide etiche, non solo economiche, militari o politiche. Non si può tacere
Intervista ad Albertina Soliani
 di Barbara Mapelli

Siamo solo dei volontari
I polacchi hanno accolto una gran massa di ucraini in fuga dalla guerra.
 Ma ora, in vista dell’inverno, del freddo, delle difficoltà economiche,
 senza un intervento organico dello Stato, i volontari non ce la possono fare da soli
di Zuzanna Krasnopolska

L’umorismo che nasce dal dissenso
Un romanzo e una sceneggiatura entrambi di autrici, una russa e l’altra ucraina, sembrano parlarsi a distanza, usando l’ironia e il paradosso per raccontare i loro Paesi
di Maria Vittoria Vittori       

Una ragnatela in filigrana
In fuga da Srebrenica, dove si compie il massacro di circa ottomila uomini e ragazzi musulmano-bosniaci. Profuga in Italia Elvira Mujˇcic con la madre e la nonna. 
Ma l’assenza del padre e dei fratelli rimane incorruttibile, dice la scrittrice
di Elianda Cazzorla            

CINEMA

Diana e Jackie: due icone 
intrappolate nel mito
Poco prima della morte di Elisabetta II, stampa e Tv hanno appena celebrato i 25 anni della morte di Diana, la “Principessa del popolo”. Il regista cileno Pablo Larraín le ha dedicato un biopic, come aveva già fatto per Jackie, la sovrana del Camelot americano
di Mario Simoncini

IN MEMORIA

Elisabetta. La vita e l’immagine
Il lungo addio a Elisabetta II non ha potuto nascondere le luci e le ombre di una figura che ha occupato – e forse occuperà ancora – l’immaginario collettivo
 con la potenza di una icòna pop. Grazie al carisma personale più che all’effettivo potere?
di Alessandra Quattrocchi

La messa in scena dell’amore
tra donne
Ne L’altra Luna, film del regista esordiente Carlo Chiaramonte 
ambientato a Sarajevo, tre giovani donne rompono il codice patriarcale dell’esistere, assecondando la loro segreta inquietudine
di Pina Mandolfo

SCRITTURE

inQuiete, che Festival!
Romanzi, poesie, teatro, spettacoli. Intervista con Barbara Piccolo e Maddalena Vianello, due delle ideatrici della kermesse letteraria riservata alle scritture delle donne 
che si tiene a Roma in ottobre
di Silvia Neonato    

ARTE

Ripensando e praticando 
il contemporaneo
Due grandi mostre in Germania, entrambe di respiro internazionale, rompono gli schemi consueti per concentrarsi su “altri” sguardi e altre realtà artistiche. Documenta 15 a Kassel e la Biennale di arte contemporanea a Berlino
di Cristina Giudice  

PRIMOPIANO

La “smania” di scrivere 
secondo Elena Ferrante
Itinerari, riflessioni e fantasie di una scrittrice dentro e fuori le righe
di Nadia Setti          

Scriversi, un ponte tra le differenze
Saveria Chemotti, col suo nuovo romanzo, indaga in forme sempre diverse, spiazzanti e dolorose i tanti modi di declinare il destino delle donne
 fra impegno politico e spiritualità, ricerca di identità personale e spirito dei luoghi
di Loredana Magazzeni     

L’universale in ogni
 esistenza individuale
Proponendoci la sua verità soggettiva sulla complessità e unità dell’esistenza
 e rivelandoci il modo in cui le si è manifestata, la poesia del premio Nobel
 Louise Glück ci offre l’opportunità di lasciarci a nostra volta illuminare e trasformare
di Luciana Tavernini          

La memoria del mare
La questione immigrazione resta, oltre gli slogan da campagna elettorale, tema su cui riflettere. In un saggio di Pamela Marelli trent’anni di sbarchi e di naufragi, le tracce di un passato lasciate nelle culture pubbliche
di Maria Rosaria La Morgia          

Chi è la straniera?
Enrica Rigo dimostra che andare oltre 
i confini, fisici e teorici, è atto politico
e che le migrazioni sono atti decoloniali. Quella sulla libertà di movimento
 è una contesa che non riguarda solo donne e uomini migranti
di Mariapia Achiardi Lessi

“Sono una femminista dell’Udi”
La storia di una grande associazione di donne dal 1944 al 2004 e del suo giornale, Noi donne, nello scritto ben documentato di una protagonista,
 Rosanna Marcodoppido. L’incontro con il femminismo modificò l’UDI radicalmente
di Silvia Neonato    

Una nuova lingua per l’indicibile
Contro la cultura del tacere tanto cara alla mafia, con la cura di Alessandra Dino 
e Gisella Modica 17 autrici raccontano – a partire da sé – la “zona grigia” di contiguità tra vite comuni e criminalità organizzata
di Nadia Tarantini   

Fallimento, stupidità e dimenticanza:
un altro modo/mondo è possibile
Attingendo alla teoria “alta” della filosofia e a quella “bassa” della cultura popolare, il pensiero divergente di Jack Halberstam decostruisce 
i modelli dominanti di successo e fallimento che performano le nostre vite
di Barbara Mapelli  

Cambiare il mondo. 
Una grammatica chiamata decolonialità
Intervista a Rachele Borghi
 di Giuliana Misserville   

CARA PROF

CATERINA VENTURINI
La parola cookie
La protagonista di Quchi di Caterina Venturini indaga
 sulla sua vita, su quello che è stato e ciò che non ha funzionato facendo emergere il sommerso, il possibile, il non vissuto
di Roberta Ortolano           

LETTURE

Anime ferite (Clarissa Goenawan)
di Maria Vittoria Vittori       

Bella come una Jana (Dolores Deidda)
di Mariapia Achiardi Lessi

Dislocazioni (Chiara Laudani)
di Maria Vittoria Vittori       

Meditazioni sul ritornare (Nelvia Di Monte)
di Marina Giovannelli         

Maternità tossica (Elizabeth Day)
di Maria Vittoria Vittori       

Una danza per la vita (Annamaria Gyoetsu Epifania)
di Matilde Passa     

UNDER-15

Il mondo dell’infanzia si racconta 
anche in versi
di A.M.C.      

Una Austen tutta in rosa
di Sara Bennet        

RUBRICHE

TOP FIVE

I nostri magnifici 5
di Nadia Tarantini   

IN/VERSI

La vita in versi di Anna Cascella
di Maria Clelia Cardona    

IN/NOTE

Cronaca di una impasse
di Loredana Metta  

NEWS

Appuntamenti e buone notizie
a cura di Giulia Crispino